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Ma il Prof. Giuseppe Ficai, allora direttore, non volle o non potè accoglierli.

Né valse l' intervento delle Signore Massai, Messe e Lovari, sorelle della C.R.I. Mi recai perciò all' Ospedale «Vittorio Emanuele». Qui il Ten. Medico Dott.

Vettori, li visitò, misurò loro la temperatura e ricoverò solo Franco, febbricitante.

Per gli altri due mi promise che, in caso di serio pericolo di rastrellamento, li avrebbe ricoverati.

Ma mio fratello Leonardo e mio cugino, impazienti, temendo un colpo di mano improvviso dei tedeschi, presero la via dei monti.

Seppi poi che, a tappe forzate, avevano raggiunto Chitignano, ove si trovava già mio zio Biagio Guida, allora tenente di Cavalleria che, recatovisi in breve licenza il 7 settembre, in visita alla famiglia, era stato tagliato fuori dal suo re- i parto.

Rimasero nascosti nel Castello di Chitignano fino alla liberazione del Casentino, mentre mio fratello Franco seguì le vicissitudini dell' Ospedale «Vittorio Emanuele», trasferendosi prima al «S. ^Caterina» e poi a Subbiano.